Mizuko Kuyo, i bambini d’acqua

Quando:
1 luglio 2018@11:30–13:00
2018-07-01T11:30:00+02:00
2018-07-01T13:00:00+02:00
Dove:
A.N.M.I.G.
Piazza Pio X
5
31100 Treviso
Costo:
5,00€
Contatto:
Elisabetta Grosso
0422 583130
Mizuko Kuyo, i bambini d'acqua @ A.N.M.I.G.

Il termine mizuko 水子 viene tradotto letteralmente con bambino d’acqua, e nella cultura giapponese rappresenta l’anima dei bambini abortiti. L’immaginario vede gli spiriti dei bambini radunarsi lungo il fiume dei morti, incapaci di attraversarlo perché i demoni impediscono loro di salire sulla barca che conduce al di là; su questa riva grigia le piccole anime giocano e cercano di costruire degli stūpa con i sassi del fiume, così da accumulare meriti e raggiungere l’altra sponda del fiume o una rinascita immediata; immancabilmente i demoni arrivano e distruggono senza pietà le costruzioni, e immancabilmente i piccoli spiriti ricominciano da capo. È un’immagine estremamente triste: la piccola anima è rappresentata sola, spesso dimenticata dai genitori e incapace di liberarsi da questo luogo di pena, per certi versi simile al Limbo cristiano, a metà tra la vita e la morte. Nelle diverse preghiere e composizioni in cui questa credenza può essere rintracciata, a un certo punto entra in scena il bodhisattva Jizō, divinità estremamente popolare in Giappone, che distrugge i demoni e salva i piccoli dal loro stato di tristezza e miseria. Questi culti, raccolti sotto il nome generico di mizuko kuyo 水子供養, si sono sviluppati a partire da tradizioni antiche, e rispetto a esse hanno subito un notevole slittamento di significato; essi inoltre non fanno riferimento a un’unica particolare tradizione religiosa, ma sono in qualche modo trasversali rispetto alle varie correnti contemporanee. L’analisi di una realtà così lontana rispetto al nostro panorama culturale vuole provare a spostare la riflessione su un altro piano, e cercare di vedere come affrontare la problematica dell’aborto da una angolazione diversa. L’intento è dimostrare che esiste un modo di rapportarsi al problema che non è solo quello di una negazione del diritto o del lutto; al contrario, partendo dall’assunto che il diritto all’aborto è irrinunciabile, si cercano soluzioni, modalità di mediazione del dolore che permettano alle donne e alle famiglie di affrontare la realtà della loro sofferenza senza essere costrette a rinnegarla o nasconderla.

Dettagli della conferenza

Contributo richiesto: 5,00€.

Numero di posti totali disponibili: 50 a sedere, di cui 20 posti dedicati ai soci ordinari NB 2018 e 30 posti ai non soci.

Modalità di prenotazione dei posti: 25 disponibili in prenotazione (10 per soci e 15 per non soci), inviando una mail a info@nipponbashi.it e fino ad esaurimento / 25 disponibili direttamente il giorno e l’ora della conferenza (10 per soci e 15 per non soci), presso la sede stessa.

Marianna Zanetta – biografia

Marianna Zanetta è dottore di ricerca in Antropologia delle religioni e studi sull’Estremo Oriente. Ha condotto diverse ricerche sul campo in Giappone, con particolare attenzione verso le pratiche religiose popolari, le figure sciamaniche e i culti dedicati ai defunti e agli antenati. Collabora con l’École Pratique des Hautes Études (dove ha conseguito il dottorato), è affiliata all’Università di Torino ed è visiting scholar presso la Hosei Daigaku di Tokyo.

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